E tu la conosci Laura Palmer?
Fra quattro esami da dare entro la prima settimana di Luglio (il che equivale a 4 progetti da consegnare) e la Tesi di Laurea che si ritrova ancora in stato embrionale (fine dei giochi prevista, finalmente, per il 20 e qualcosa di Luglio), ho la geniale idea di iniziare (e finire) Twin Peaks.
È da tanto che non facevo recensioni (mi sono limitato ai dialoghi ultimamente, mi piace di più scrivere in quel modo) e, per non rompere la tradizione, non ne farò una nemmeno adesso. Però allego un'icona fatta al volo durante la stesura di questo post. È carinissima. E poi l'ho fatta io, quindi è ancora più carina.
Mi limito a scrivere che mai in una serie avevo vista una ragazza morta (non una fan del gruppo di Davide Toffolo) più viva ed onnipresente come Laura. La cosa probabilmente più bella di questo telefilm in sole 30 puntate, oltre a tutta la parte onirico/surreale/fantasy, è proprio il fatto che, in realtà, nessuno nel piccolo paesino di Twin Peaks conosce Laura Palmer, che appare come una diciassettenne allegra e spensierata, e che conduce una vita normalissima. Ecco, questa è la Laura viva. Ma dopo la sua morte (nessuno spoiler, il telefilm si apre con il ritrovamento del suo corpo), beh, qualcosa comincia a spuntare fuori.
Alla fine dell'ultimo episodio, di Twin Peaks mi rimane un bellissimo ricordo. Un altro telefilm che ti prende tanto, ma davvero tanto. Ed un altro di quelli che ti cambiano un po', quelli che non sono semplici visioni di uno schermo episodio dopo episodio, ma dei veri e propri viaggi in altri mondi, in altre realtà. Insomma, sono quelli che ti lasciano qualcosa dopo la scritta The End.
A me, fra le varie cose, mi ha lasciato questo pensiero in testa:
E tu, la conosci Laura Palmer?
E tu, conosci le persone che ti stanno intorno?
E tu, conosci realmente i tuoi amici?
E tu, conosci realmente i tuoi amici?
Conosci te stesso?
Avrei voluto scrivere qualcosa in più su Twin Peaks. Ci ritornerò quando sarò più ispirato, promesso. Intanto i miei capelli passano per i colori più disparati. Un giorno metterò qualche foto pure qui. E, promesso, da domani inizio a studiare. Sul serio. Altrimenti non mi laureo più. E io voglio laurearmi. Più che altro per non mettere mai più piede ad Aversa fino alla fine dei miei giorni.