Visto che va di moda lamentarsi del Comicon di Napoli, dovrei farlo anche io. Invece no, vado controcorrente (che pure va di moda a volte, ahime!) e lo difendo. Premetto che è notte, domani ritorno al Comicon e ho quasi sonno e sento una certa stanchezza (negli ultimi giorni mi sono sparato un concerto dei Linea77, uno dei Tre Allegri Ragazzi Morti (in acustica, ma ci voglio fare un post a parte per mantenerne vivo il ricordo) e una giornata di Comicon), quindi non faccio lunghi giri di parole.
Il "problema" di questa fiera è la struttura stessa, l'enorme giardino della Mostra d'Oltremare che fa sembrare il tutto come una grande scampagnata all'aria aperta, che fa avvicinare alla manifestazione anche i cosiddetti "non appassionati" e una marea di cuozzi che, forti dei loro Super Santos (storico pallone della Mondo che ha segnato, bene o male, un pezzo importante della nostra infanzia e continua ad allietare le nostre giornate con giuochi quali "La Tedesca" o "Sette si Schiaccia"), si dilettano a tirare pallonate fortissime (la castagna o la chianetta) in lungo ed in largo, sperando un giorno di giocare al vicino Stadio San Paolo indossando la maglia del Napoli.
A ciò aggiungiamo una quantità indecente di ragazzi e ragazze con un cartello in mano, spesso recante la scritta "free hugs" e che credono di essere simpatici ricercando abbracci collettivi. Se era divertente qualche anno fa e lo si faceva giusto per puro divertimento (si, tre anni fa ero tra di loro), ora si vede gente poco vestita di ambo i sessi passare giornate ad accalappiare quante più persone possibile. Che poi mi sono sempre immaginato questi elementi andare a casa e pubblicare il numero degli abbracci elargiti su freehugs.me e scalare le classifiche mondiali. Insomma, per loro ogni Comicon è la sfida annuale tanto attesa.
Poi naturalmente una sfilza indefinita di ragazzi simpatici che si credono tanti "nuccio vip" e accerchiano poveri ignari con i loro HU HU HU, ignari loro stessi di essere simpatici come un machete piantato nell'occhio, seguiti a ruota da tanti individui simili che sono sicuri di essere altrettanto attraenti ed irresistibili ad irritare i passanti (specie cosplayer) in maniera fisica o non fisica (non ho esempi in mente, immaginateveli e scriveteli nei commenti o teneteveli per voi).
Gira e rigira, il problema è sempre quello, il PRATO, quel giardino enorme che trasforma tutto in una scampagnata. Quando la manifestazione era spostata al Castel Sant'Elmo si respirava un'aria completamente diversa, un altro tipo di Comicon. Ma per me il Comicon, quello vero, nel bene e nel male, è in quell'amato/odiato giardino, che trasforma una fiera di fumetti in una vera e propria festa di quattro giorni (meteo permettendo). Forse l'unica "non fiera" da un certo punto di vista. Certo, ci fossero meno tamarri e cuozzi tutto sarebbe più divertente.
Dovrei fare un ps, ma non lo metto in ps: per favore organizzazione del Comicon, potreste fare qualcosa per gli odiosi bagarini fuori dalla Mostra d'Oltremare? Non ho mai visto bagarinaggio ad una fiera del fumetto. Oltretutto questi qui sono antipatici e spesso minacciosi nei toni e nei comportamenti. Ma i carabinieri/polizia/guardia di finanza non li chiama nessuno eh?
Io oggi ho detto a chi era con me che il problema del comicon è il fatto che sia a Napoli [con tanto amore ai napoletani che però, come negli esempi da te citati, scassano davvero le palle]
RispondiEliminaAl Castel Sant'Elmo non succedeva questo, eppure era a Napoli, in una zona forse più centrale (a pochissimi passi da piazza Vanvitelli e dal Vomero). Rimango dell'idea che quel giardino immenso sia croce e delizia di questa fantastica quanto singolare fiera del fumetto.
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