Per la serie Racconti Universitari, ecco il fantastico resoconto del primo quadrimestre del terzo anno universitario (che è anche l'ultimo) che tutti (chi?) aspettavate (si?).
Partiamo con un banale: "ti è piaciuto questo primo quadrimestre?" Essendo io campano, tutti voi vi aspetterete una colta citazione popolare di quel ragazzo napoletano che esprimeva il proprio entusiasmo nei confronti di uno sciopero scolastico. Ebbene signori (chi?) e signore (chi?), il primo quadrimestre del terzo anno (ripetizioni per aumentare l'enfasi del momento; rullo di tamburi) non mi è piaciuto. Oddio, tra un si e un no direi "ni", ma con accento sulla n. Una cosa del genere: ñi. Forse si legge "gni", però fate finta che sia un "NNNi". Visto che posseggo il dono di poter fare delle liste esplicative, vi farò una lista esplicativa sommaria ma esaustiva, riassuntiva ma efficace di come è stato il periodo tra Ottobre e Gennaio (più gli esami di Febbraio) scolasticamente parlando (perché poi bisognerebbe aprire un blog a parte per la vita privata / personale, ma di queste cose si parla meglio su Tumblr con qualche .gif in bianco e nero; peccato che io non abbia Tumblr e che non rientri nelle mie priorità a breve/lungo termine).
Marketing (8 Crediti) voto finale: 30
Un corso che tutto sommato mi è piaciuto. Finalmente a parlare di cose che stanno in terra (volevo fare una battuta con la frase "nè in cielo nè in terra, ma non credo di esserci riuscito), concrete, reali. Il professore senza infamia e senza lode ci ha trasmesso le nozioni e, considerando che siamo un corso di laurea in Design e Comunicazione e che quindi queste cose ci erano completamente oscure, è stato bravo tutto sommato. Nonostante per l'esame fosse richiesto lo studio delle slide proiettate durante le lezioni, non ho potuto fare a meno di divorare l'immenso libro "Principi di Marketing" di Kotler e Armstrong, pieno di esempi di marketing applicati al mondo reale (Starbucks, Mc Donald's, Apple, Wall Mart...) e con un linguaggio estremamente semplice, chiaro e lineare. Insomma, mi sono appassionato a questa materia più di quanto non credessi e prrobabilmente è uno dei corsi che più mi ha dato qualcosa in tutto il periodo della triennale. Da approfondire comunque. Assolutamente.
Architetture Effimere (6 Crediti) voto finale: 30 e lode
Volevo chiudere il tutto con questo corso ma, visto che lunedì ho l'ultimo esame e mancano ancora le considerazioni personali (in ogni tema che si rispetti vanno sempre alla fine), lo buttiamo qui, in mezzo. Però voglio introdurre un virtuosismo tecnico/linguistico e vi racconterò di questo corso in forma di domande e risposte, introducendo in ogni risposta la parole cazzo, in modo da creare un solido filo conduttore tra l'una e l'altra.
Ti è piaciuto questo corso? Neanche per il cazzo.
Cosa avete fatto in questo corso? Che cazzo ne so. Abbiamo raccolto i mobili sversati abusivamente dalle nostre parti, abbiamo preso un cubo di legno 80x80x80 cm e abbiamo attaccato l'immondizia a questo cubo, quindi abbiamo montato i cubi uno sull'altro. Stop.
Ma perché mai? A cosa è servito ciò? Qualche scopo in particolare? No, nemmeno per il cazzo.
Come ti è sembrato il professore? Che cazzo ne so, l'ho visto tre volte durante l'anno intero, di cui una alla fine degli esami, quando è venuto e ha messo i voti. Una quantità sterminata di 30 e 30 e lode comunque.
Nessuna nozione imparata, nessun argomento studiato o concept di lavoro? Nulla. I cubi dovevano essere montati alla cazzo per dare il senso di casualità.
A cosa ti è servito questo corso per la tua crescita personale? Mi sono rotto il cazzo.
In generale, considerazioni su questo corso? Certo: è bello vedere che le mie tasse universitarie (o una parte) servano a pagare professori assenteisti (se uno viene tre volte in tutto l'anno forse non si parla nemmeno più di assenteismo, non lo so) e corsi che sono una totale perdita di tempo. È bello vedere che in tutta Europa ci sono Università fatte ad Università e che queste cose, almeno da queste parti, ce le sognamo col cannocchiale. Ed è sempre bellissimo vedere che, grazie ad elementi e situazioni del genere, la S.U.N. (Seconda Università degli Studi di Napoli) scende sempre di più nella lista delle migliori università pubbliche italiane. Perché in una qualsiasi Università privata, queste cazzo di cose non sarebbero successe.
Ci vediamo alla prossima puntata, dopo l'esame di Scenari e Critica del Design! Un bel corso dai. Ma questa è un altra storia. O meglio: un altro post.
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