Me ne stavo qui, in cucina, in una torrida serata di Agosto, ad aggiornare il maledetto portfolio, inserendo lavori fatti durante l'anno. Ovviamente in sottofondo scorre della musica. Dopo BeForest., St. Vincent e God Is An Astronaut, decido di ritornare ai miei amati Ministri, colonna sonora ufficiale della mia estate scorsa, nonché della scrittura della tesi di laurea (spoiler: devo inserire nel portfolio anche quella, dopo più di un anno. Spoiler 2: mi piace rimandare le cose). Scelgo l'album "Fuori". E decido che è il momento di scrivere questa cosa che ho rimandato a lungo. Una semplice interpretazione personale della canzone, nulla di più nulla di meno.
Comunque a metà Settembre - inizio Ottobre nuovo blog su piattaforma WordPress. Stavolta sul serio. Non ho più scuse per non farlo.
Fine Prefazione.
Ae ae, e che ce na fotte a nuje, nuje tenimmo o' Sole.
Per chi, come me, è nato, cresciuto e vissuto nella profonda Terronia, questa frase non è per nulla nuova.
Qui abbiamo un ventaglio di problemi così ampio che c'è solo l'imbarazzo della scelta a scegliere da dove iniziare: dalla totale mancanza di senso civico della popolazione, alle simpatiche bombe biologiche che si trovano sottoterra da anni, passando per eventi al limite del surreale, a tradizioni folkloristiche che si stanno facendo spazio nelle nostre tradizioni, per poi passare alla consueta gara per raschiare il fondo della classifica delle migliori università italiane e, contemporaneamente, a quella per toccare la cima di quella di persone fuori al bar con un mazzo di carte nella mano e con una Peroni nell'altra. Siamo poi sempre felicissimi di sapere che uno dei punti turistici più visitati al mondo continua a crollare su se stesso. Non sia mai riuscissimo ad avere qualcosa di buono eh, non sarebbe affatto coerente.
Oltre a questi immancabili punti fermi, c'è da dire che anche gli eventi occasionali non sono da meno, e ricorrono tutti a costruire un allegro puzzle fatto di cose che, sostanzialmente, in qualsiasi altro stato sviluppato occidentale, non avverrebbero. O, perlomeno, non tutte insieme.
Ma a noi, in fin dei conti, non importa nulla. Abbiamo il sole, abbiamo il mare, abbiamo l'odore del caffè che ci sveglia la mattina.
Ci siamo abituati così tanto a tutte quelle piccole cose che ci danno la felicità e che caratterizzano le nostre zone da non aver mai capito che queste sono diventate una gigantesca coltre di fumo che ci impedisce di guardare la realtà delle cose.
Perché tanto a noi non importa nulla di vivere male, di non avere un futuro. Non riusciamo a capire perché i ragazzi fuggano via da qui appena ne abbiano l'occasione (presente)
La cosa migliore che sappiamo fare, ovviamente, è farci accecare dal Sole. Lo stesso Sole che ci sta ammazzando. Se il Sole non ci fosse, forse, riusciremmo a renderci tutti conto della tragica realtà in cui viviamo, e forse qualcosa potrebbe realmente cambiare.
(qui ci andrebbe un video di una signora napoletana che, intervistata dopo il crollo della Galleria Umberto I, che è costata la vita ad un 14enne, dice tranquillamente "ae ae, evvabbè, 'ste cose succerono anche o' nord italia ae ae". Purtroppo non sono riuscito a ritrovare il video, scusate)
Se fossimo invasi dalla nebbia, dal maltempo e dai venti ogni stagione dell'anno, non avremmo più sassolini da mettere sul piatto di una bilancia che pende già troppo dal lato sbagliato.
Il Sole ed il Mare sono l'oppio della nostra terra.
Con questo Sole non si vede niente.
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